Antica Orologeria Zamberlan

Rivista on line

Internet 3.0

E’ da molto che parlo con amici e conoscenti di questo fatto.

L’occasione spesso è quella di discutere in merito a forum, social, frequentazioni e allontanamenti dagli stessi e funzioni di questi strumenti.
Faccio riferimento ovviamente alle mie esperienze, rapportate al mio mondo lavorativo, chiaramente ci possono essere mille chiavi di lettura e mille interpretazioni diverse in merito.

Facciamo un salto indietro di qualche anno, di parecchi anni, di ere, se le rapportiamo alle velocità con cui evolvono le dinamiche nel mondo virtuale della rete.
Chiamiamo questo periodo “Internet 1.0”, giusto per rimanere gergalmente “moderni”.
In quegli anni il web faceva capolino tra le teste dei più curiosi, di persone che avevano sentito parlare di questa “rete”, ma che a volte nemmeno sapevano di cosa si trattasse in realtà.
Alcuni di questi cominciarono ad approfondire il tema, a cercare, tra mille difficoltà (ovviamente Google era di là da venire) e poche informazioni.
Si cominciava così ad acquistare qualche rivista, e successivamente partiva l’avventura.

Il primo scoglio ovviamente era il prezzo delle varie componenti, sia hardware che software, decisamente superiori, (per non parlare degli abbonamenti per poter avere la tanto agognata “connessione”) in proporzione, a quanto si trova al giorno d’oggi.
Iniziava la ricerca del provider che offrisse il servizio migliore, la ricerca e l’acquisto dei vari modem, con velocità di connessione (14400 bps, 28800 bps) che ora fanno quasi sorridere.
Anche la configurazione non era sempre semplice, se non si era superesperti (e in quei periodi i super esperti, quelli veri, scarseggiavano) era un’impresa.

Ma alla fine arrivava il tanto agognato suono: quel gracchiare misto a fischi e sibili che indicava il tentativo di connettersi e poi, il silenzio, la connessione era stabilita.
Tralasciamo le problematiche familiari che comportava quel tipo di connessione: finché si era connessi il telefono era inutilizzabile per le chiamate.

E qui, a volte, i drammi: amici e parenti preoccupati perché risultava sempre “occupato”, in casa scoppiavano lotte interne per avere la possibilità di telefonare, e via dicendo.
Così, poteva capitare che ci si dovesse connettere ad orari impossibili, in piena notte, solo per stare tranquilli.


Entrando nel merito, una volta arrivati a comprendere le dinamiche della rete, partiva l’avventura.
Il ritrovo la condivisone, le conversazioni, gli scambi di informazioni, erano tra una ristretta cerchia di persone: in ogni ambito, per ogni settore o attività, doveva esserci la combinazione e la commistione nella stessa persona di conoscenze professionali e, appunto, una certa predisposizione e curiosità verso novità, evoluzioni e ricerca che portassero ad avvicinarsi a quel “misterioso” mondo che era internet e il web.
L’empatia, la complicità, l’amicizia, seppur in questa nuova declinazione virtuale, era quasi immediata.

Gli scambi di informazioni, di consigli, di esperienze, erano assolutamente paritari, con il solo ed unico intento di aumentare le proprie conoscenze e contribuire ad ampliare quelle degli altri interlocutori, un moderno “do ut des” ma non nel senso letterale delle parole, poteva capitare che con alcuni si ricevesse più di quello che si dava, ma era compensato da altre situazioni in cui si dava di più di quanto si ricevesse.
Le priorità non erano nel centellinare le esatte dosi di quanto usciva e quanto entrava, il principio era quello della condivisione per favorire la crescita di tutti.
All’inizio erano le newletters, i newsgoup, gli scambi erano lenti, non si pretendevano risposte entro due minuti dalla pubblicazione, si usavano le mail, potevano passare giorni tra uno scambio e l’altro. Si creavano i forum, anche se diversi da come si intendono ora.


Col passare degli anni però l’accesso alla rete, l’uso di Internet, è diventato molto più semplice, non serve nulla di più dell’acquisto di un device, la sua accensione e con pochi passi si è connessi.
Senza andare ad esaminare in profondità il fatto che la rete è diventata di facile accesso non appena è diventato evidente il fatto che era una fonte di guadagno enorme, rimanendo nell’ambito, col tempo ci si è accorti che le cose stavano cambiando.


E cominciamo ad entrare nell’era di “Internet 2.0”
Rimaniamo nell’ambito di cui mi occupo, l’orologeria, ma lo stesso evolversi c’è stato anche in molti altri campi, parlando con persone coinvolte nelle più disparate tipologie di attività ci si rende conto che il percorso è simile.
I principali strumenti di aggregazione diventano i forum, che assumono connotazioni, impostazioni e fruizioni diverse da quelle che erano in origine.
Sono immediati, coinvolgono sempre più persone, se all’inizio anche nei forum c’erano ristrette cerchie di persone accomunate da un argomento, da un settore, da una passione, col tempo si aggiunge sempre più utenza.
E come accade in tutte le situazioni quando aumenta la partecipazione aumenta la varietà dei partecipanti.

Si potrebbero fare studi approfonditi su questo fenomeno, magari ne sono già sati fatti, ma alla fine, per parafrasare Umberto Eco, si arriva ad aprire le porte del mondo a gruppi, persone e personaggi che prima avevano come raggio di azione il bar del paese.
Intendiamoci, lo “strumento Internet” è quanto di meglio ci sia capitato nel secolo scorso, quella che è diventata la variabile impazzita è l’utilizzo stesso di questo “strumento”.
Limitandoci a restare nel nostro ambito, iniziano a palesarsi le più disparate tipologie di utenza (e non scordiamo mai che dietro un “utente” c’è comunque una persona).

Si palesano le varie tipologie di tuttologi, autoreferenzialisti, simil-commercianti, adulatori o denigratori seriali, presenzialisti, esibizionisti, lurker, quelli che si possono definire i “paleo influencer”, e tutto quel mondo di personaggi, che altro non è stata che la trasposizione nello sterminato mondo virtuale di quello che si trovava un tempo confinato tra le pareti dei bar, o di qualche circolo. (A fine articolo le sommarie e semiserie descrizioni di alcune  delle varie tipologie).
Possiamo prendere in considerazione un fenomeno che è diventato sempre più ampio, fino a tracimare: tutti sanno tutto.

Facciamo però un piccolo passo indietro: se torniamo all’era precedente, in cui l’utenza non era vastissima, possiamo ricordare che anche in quei periodi l’ambiente non era paradisiaco.
Le litigate non erano infrequenti, ma i contraddittori vertevano perlopiù su argomenti tecnici, le persone coinvolte cercavano, postavano documenti, riflessioni, cercavano dati, li elaboravano, li esponevano, per poter dire: “visto? Avevo ragione io” offrendo comunque materiale ed informazioni che erano utili per tutti.

Quando però si è ampliata la platea, quando sono arrivati gli utenti descritti sopra, quando sono arrivate informazioni imprecise, inesatte, quando è arrivato il “copia/incolla” messo solo per mostrarsi e senza nemmeno aver letto cosa si “incollava” in parecchi si sono sentiti quasi in dovere di contestare, criticare, o confutare certi scritti.
E in quei momenti sono iniziati i problemi: chi non aveva argomentazioni per controbattere spesso passava alla rissa verbale, le litigate perdevano di vista l’argomento per diventare sterili e stucchevoli.

Qui entrano in campo i “moderatori”: le discussioni nei forum sono fortemente influenzate dai moderatori, dalla loro mentalità e dalle loro idee, alcuni cercavano di far restare vive le discussioni in maniera costruttiva, mentre in altri casi la moderazione si lamentava dei toni poco pacati e applicava sanzioni a nastro, cancellava post, li censurava, senza andare troppo per il sottile, in nome del “politically correct”.
Spesso, paradossalmente, aveva la meglio chi era più insistente, presente, pressante, a prescindere dai contenuti che postava.
Così, un po’ alla volta, si è assistito al progressivo ritiro di una certa parte di utenza, spesso la più attiva e preparata, che si trovava ad essere stanca di dover combattere con i vari appartenenti delle categorie sopra elencate.

Molti forum si sono impoveriti, alcuni numericamente, i più, pur mantenendo numeri in assoluto importanti, qualitativamente.
Sono diventati si delle oasi di pace, dove non c’è alcun refolo di contestazione, dove tutto è bucolico e paradisiaco, dove il minimo accenno di “contestazione” viene cassato immediatamente, ma dove, oltre ad una sorta di mega chat di colloquio e chiacchiere (utilissime anche quelle, per carità, lo svago è fondamentale nella vita di ognuno di noi) non si disserta più di argomenti che vanno oltre le piccole cose.
Quei pochi che ancora provano a mettere dentro qualcosa di interessante si trovano in una specie di “deserto affollato”, il che potrebbe sembrare un ossimoro ma che probabilmente descrive la sensazione di trovarsi totalmente isolati pur essendo parte di una numerosa comunità.

Succede quindi che quelli che si sono silenziosamente allontanati da quelle realtà spesso hanno una specie di ritorno al passato, si ritrovano in gruppi ristrettissimi, praticamente invisibili, dove l’accesso è selezionato ed accessibile solo con presentazioni e/o reputazioni solide e comprovate.
Purtroppo questo è una sorta di passo indietro, un ritorno alla circolazione delle informazioni limitata e ristretta, una specie di assurdo medioevo informatico.

E a questo punto sarà forse solo da attendere il momento in cui si giungerà alla fase che da il titolo a questa lunga riflessione: Internet 3.0.
In cosa consisterà questa fase? Semplicemente in una situazione in cui, in mezzo al mare magnum di articoli, notizie, documentazioni, dissertazioni, ricerche di dubbia affidabilità, chi vorrà delle informazioni sicure, veritiere ed affidabili dovrà pagarle.
Resta da capire, perchè dove c’è pecunia c’è caos, chi sarà in grado di garantire al di sopra di ogni dubbio l’affidabilità di quanto ricevuto dietro pagamento.

----------------------------------------

Breve descrizione di alcune tipologie di “utente”:

tuttologo: entra in qualsiasi discussione, piazza poche righe di testo, qualche foto, spesso frutto di copia/incolla e usa spesso terminologie astruse, pur non capendone spesso il senso, per fare vedere che “lui sa”.

autoreferenzialista: si impegna, scrive lunghi articoli sui più disparati argomenti, ma non si preoccupa di verificare, capire, riflettere su quello che ha acquisito in termini di materiale per i suoi articoli, speso inserisce riferimenti di altri precedenti articoli da lui stesso pubblicati, in un loop di autoincensamento.

simil-commerciante: di lavoro fa tutt’altro ma la “passione” lo porta a comprare e vendere orologi come e più di un commerciante vero, girando cifre importanti, ma lo fa solo “per passione”.

adulatore: sceglie di adottare altri utenti, alcuni, non molti, ed entra in qualsiasi intervento ove veda la partecipazione di uno tra quelli che ha adottato per inserire commenti positivi e/o faccine sorridenti e ammiccanti. Attenzione, il più delle volte la cosa non è fine a sé stessa, prima o poi l’adulatore arriverà a riscuotere il “compenso” chiedendo favori e prebende a quelli che ha incensato di continuo.

denigratore seriale: è l’esatto opposto dell’adulatore, ma lo scopo finale è il medesimo, seppur rivolto ad altri che hanno in antipatia l’utenza che lui denigra di continuo, contando in una sorta di comunanza nel dileggio.

presenzialista: entra in moltissimi topic, senza un motivo preciso, spesso inserendo smiles o commenti come “si”, “davvero”, “sono d’accordo” “up”, solo per mostrare al mondo che anche lui esiste.

esibizionista: pubblica prevalentemente foto, che siano di orologi, macchine, vestiario o qualsiasi altra cosa.

lurker: scrive poco, gira per i forum cercando, succhiando notizie, informazioni, dritte, spiegazioni e istruzioni varie. Spesso lo fa per riuscire ad essere credibile quando prova a creare qualche accrocchio per poi piazzarlo nel mercato.

paleo influencer: spesso è un utente stimato, può capitare che sia un “autoreferenziato” oppure un conoscitore vero della materia.
Questi inizia con lo scrivere qualcosa su qualche pezzo, (inserire l’oggetto che si vuole al posto della parola “pezzo”, dipende dalla tipologia di forum), magnificandone doti, caratteristiche, qualità, rarità, ricercatezza, fino a fare convincere la platea dei lettori che quel pezzo è davvero un must.
Poi, dopo non molto tempo quel, o quei pezzi, appaiono nel mercato a cifre che fino a poco tempo prima erano impensabili ma che ora sono giustificate per quel pezzo perchè il “paleo influencer” ha dato la sua benedizione.

Mi fermo qui, magari se e quando ce ne sarà il tempo ci sarà modo di implementare l’elenco con altre tipologie che verranno in mente.