Come molti altri collezionisti, nel corso degli anni ho avuto modo di acquistare una grande quantità di vetri per orologi.
Ad oggi questi vetri vanno dagli ultrasottili, adatti agli orologi da tasca con coperchio, a quelli enormi utilizzabili su orologi da tavolo.
E comunque capita che qualche volta non riesca ancora a trovare quello adatto.
Per i vetri di produzione più recente non ci sono problemi di identificazione: le etichette che hanno, riportano le misure in decimi di millimetro, così, se leggo 336 significa che il diametro del vetro è di 33,6 millimetri.
Ma molti vetri, più vecchi, non riportano misure metriche, e alla fine ho riscontrato che si possono trovare altre tre scale di misura per i diametri, oltre ad una quarta che indica lo spessore dei vetri stessi.
Con l’aumentare del numero dei vetri in stock, aumentava la mia irritazione per la perdita di tempo dovuta alla catalogazione e alla ricerca del vetro giusto, quindi ho deciso di trovare la relazione tra quei numeri e riuscire in quel modo ad ordinare quei vetri in ordine ascendente per diametro.
Le tre misure trovate hanno le caratteristiche che seguono:
(A): etichetta con misura espressa in numeri interi e sedicesimi. Le frazioni sono sempre espresse in sedicesimi e non ridotte in frazioni diverse. Per esempio 5/8 è scritto 10/16.
Questi vetri generalmente sono di produzione continentale anche se ci possono essere alcuni casi di vetri simili provenienti da Giappone o America.
(B): etichetta con misura in numeri interi e ottavi. I quarti e le metà sono espresse in 2/8 e 4/8. Questi vetri generalmente hanno la stessa provenienza dei precedenti.
( C ): etichetta con misure frazionali di ¼, ½, ¾, associate ai numeri interi.
Questi vetri generalmente sono discretamente vecchi, non ci sono nomi dei produttori sulle etichette anche se presumibilmente dovrebbero essere stati prodotti in Inghilterra (o al massimo nel Regno Unito).
Alcuni vetri hanno sia le numerazioni descritte in (A) che quelle in (B) e danno anche le misure in millimetri.
Per ogni singolo sistema di riferimento sono stati misurati dei campioni di vetri usando un calibro a nonio.
E stato disegnato un grafico con le misure nelle etichette riportate sull’asse orizzontale, e le misure metriche rilevate, sull’asse verticale. Le misure più piccole o quelle meno accurate sono state omologate disegnando una linea dritta tra i punti.
In tutti e tre i casi i grafici sono diventati delle linee dritte che hanno permesso di elaborare una formula che mettesse in relazione le misure date sulle etichette con le misure in millimetri da calcolare.
Per quelli che desiderano un promemoria delle loro esperienze matematiche scolastiche, la formula per il grafico della linea retta è: y = mx + c, dove ‘y’ è il diametro del vetro in millimetri, ‘m’ è lì inclinazione del grafico, ‘x’ è la misura sull’etichetta e ‘c’ è l’altezza dove la linea del grafico interseca l’asse verticale.
Le conclusioni finali sono le seguenti:
-Scala in sedicesimi:
In questo caso ‘m’ (la differenza metrica tra due numeri interi successivi nelle etichette) appare essere approssimativamente 2,25 mm.
Si può realizzare che questa misura è praticamente equivalente ad una linea (2,256 mm) e che la linea è appunto l’unità di misura.
Dato che la retta inclinata incrocia l’asse verticale in corrispondenza dello zero, la costante ‘c’ è zero.
La misura indicata nell’etichetta è quindi espressa in linee e sedicesimi di linea; la misura del vetro in millimetri sarà determinata dalla formula: (2,256 x misura del’etichetta) + 0
L’intervallo di un sedicesimo è di 0,141 mm.
-Scala in ottavi.
Usando lo stesso metodo utilizzato per la scala precedente, la formula che ne deriva è:
(1,128 x misura dell’etichetta) + 22,56
1,128 è la metà di 2,256 cioè 0,5 linee. La misura intera indicata nell’etichetta è di mezza linea più una costante di 10 linee.
Un vetro con misura indicata ‘0’ quindi sarà di 10 linee o 22,56 millimetri. L’intervallo di un ottavo nelle misure rimane lo stesso di quello della scala in sedicesimi di 0,141 mm.
-Scala in quarti.
Con la scala in quarti non è stato possibile ricavare una formula che potresse consentire l’uso dei millimetri.
Il fatto che la divisione in quarti sia chiamata “English scale” fa presupporre che le misure siano da convertire in pollici.
Dopo aver ricordato che le misure “Lancashire” dei vecchi movimenti si sviluppavano con frazioni di trentesimi di pollice, è stato provato questo approccio.
Si è scoperto che il diametro dei vetri così catalogati è dato da:
Diametro in pollici = (misura dell’etichetta ÷ 30) + 1.1/30.
Quindi la misura ‘0’ è 1.1/30 di pollice e ogni numero intero superiore ha un incremento di 1/30 di pollice.
La divisione in quarti è di 0,00833 pollici o 0,21 millimetri, piuttosto grossolana rispetto alle due misure basate sulle divisioni in linee.
Siccome lo scopo dell’operazione è quello di avere un unico stock di tutti i miei vetri, la formula derivata, convertita in millimetri è:
diametro in millimetri = (misura sull’etichetta x 0,8466) + 26,2467
Sebbene l’esercizio sia stato sufficientemente piacevole da essere condotto a termine, la catalogazione dei vetri sarebbe un incubo, dovendo procedere per singolo vetro.
Perciò la tabella che segue è stata calcolata per vetri di misure tra i 25 e i 50 millimetri, e può essere usata da chiunque senza dover ripetere tutto il mio lavoro.
Il limite inferiore dei 25 millimetri è stato scelto perché virtualmente tutti i miei stock di vetri più piccoli hanno già misure in millimetri, essendo prodotti dagli anni 20-30, periodo in cui erano utilizzati per orologi da polso.
Tutte le misure sono state approssimate al decimo di millimetro più vicino.
Nei casi limitati in cui ci siano misure al di fuori di questo range, si possono usare le formule descritte precedentemente.
Altri due punti che vale la pena considerare:
1- Le tolleranze nelle manifatture non sono mai state specificate.
Può succedere che in un pacchetto con sei vetri della stessa misura alcuni si paizzino meglio di altri nella stessa ghiera. Uno scarto di un decimo di millimetro nello stesso pacchetto non è inusuale.
2- Le etichette incollate sui vetri possono essere vecchie di più di cento anni.
Quando si prova a rimuoverle, anche con acqua calda, possono rimanere delle tracce sul vetro. Questo probabilmente è dovuto ad attacchi delle componenti acide dei collanti usati.
Nella maggior parte dei casi questi aloni spariscono se il vetro viene lucidato con diamantina o con paste per lucidare metalli.
J K Nicholson
Horological Journal