Antica Orologeria Zamberlan

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Il Cronometro Zenith da 30 mm

di Helmuth Kuhnhanns, Zurigo.

Ho ricevuto da nicola1960 la traduzione di questo interessantissimo articolo sullo Zenith cronometro che pubblico, sperando sia di gradimento. Un grazie di cuore a Nicola per il lavoro e per voler condividere questo interessante articolo.


Oggigiorno la produzione di un cronometro da polso presenta difficoltà di carattere costruttivo e di natura tecnica: senza una regolazione particolarmente accurata, non vengono soddisfatte le esigenze di precisione di un orologio con calibro cronometrico oppure di un orologio destinato ai concorsi degli osservatori astronomici.

Le capacità di regolazione del movimento/ dei nostri orologi si sono talmente sviluppate negli ultimi anni che per il tecnico è diventato difficile superare questi risultati cronometrici, in orologi d’uso comune, senza un aumento consistente dei costi, vale a dire che è difficile raggiungere valori più alti di precisione, senza un ulteriore aggiunta di costosi lavori di regolazione.

Ogni orologio da polso si lascia regolare.
Ciò che mancava sul mercato era un orologio da polso, le cui prestazioni e valori di precisione di sopra della norma, vengono raggiunte grazie al suo tipo di costruzione.
La maggiore difficoltà nella costruzione di un simile cronometro sta nel riuscire a far stare in diametro di soli 30 mm un meccanismo intero.
La logica conseguenza dell´utilizzo di un bilanciere sovradimensionato è l´aumento in proporzione della forza motrice della molla e della cassa.
L´ingrandimento di questi ultimi è limitato, poiché non ci può allontanare dalla concezione di base della costruzione classica dell´orologio da polso: per la cassa si è fissi ai 30 mm di diametro e per il bilanciere dall´azionamento della ruota dei minuti.

Al costruttore rimane quindi il dilemma: sviluppare al massimo le funzioni e le regolazioni della ruota di scappamento e del bilanciere, cosa che renderebbe ancora più costoso un prodotto di serie, oppure trovare la possibilità di ingrandire il bilanciere in una maniera tale sino ad ora sconosciuta.
La cosa più semplice da farsi sarebbe quella di eliminare dal centro la ruota dei minuti, come già sappiamo degli orologi di Roskopf o di calibri non così vecchi come il calibro ad ancora svizzera: in questa maniera si crea spazio per il bilanciere.
Una tale progettazione dell´ingrandimento del bilanciere, comporta un nuovo modo di costruire: spostando la ruota dei minuti in posizione decentrata, si ricava lo spazio utile per un bariletto ed un bilanciere di diametro inusuale.
Questi sono aspetti che rendono quasi impossibile la realizzazione teorica e pratica di un prodotto di serie di così alta qualità come appunto un cronometro da polso.

Alcuni tecnici si sono per cosi ´ dire “bruciati le dita” in questa faccenda.
Se si vuole conservare la costruzione classica e comunque eliminare dal centro la ruota dei minuti, sarà necessario aumentare il numero dei rotismi con il conseguente aumento dell’attrito.
Questo tipo di costruzione è stato alla base di molti calibri, ma sono caduti nel dimenticatoio.

Solo in orologi da poco prezzo si trova questo tipo di costruzione con una o più ruote supplementari.
Questo tipo di disposizione non ha lo scopo di creare più spazio per un bilanciere abnorme e quindi aumentare la precisione, bensì di creare un enorme bariletto.
In questo modo, se da un lato si raggiunge una riserva di carica abbastanza lunga, dall´altro lato vi è l´impossibilità di garantire una costanza di erogazione della forza da parte di questo bariletto.

Da un punto di vista tecnico, la vita relativamente breve di questi orologi di scarsa qualità non è l´ideale.
Ma da un punto di vista commerciale è tutto lecito.
Questo tipo di orologio lo troviamo sempre più spesso nella costruzione di tipo Roskopf.

Moderni orologi da polso di media e buona qualità sono diventati sempre più rari e soltanto alcuni di essi hanno racchiuso in loro buone idee.
Si è spostato il punto chiave della costruzione dell’orologio per andare incontro alle richieste ed ai desideri temporanei: l´automatico, con la data, piccoli calibri per signora, dimenticando che per il prototipo dell’orologio da polso ci sarebbe ancora molto da migliorare.

Una novità nel campo degli “anticlassici” la creò pochi anni fa la fabbrica di orologi Zenith di Le Locle: cronometro di 30 mm, calibro 135.

Le grandiose caratteristiche e i nuovi elementi di costruzione lasciano riconoscere l´abile costruttore: ogni dettaglio lascia trasparire nuove idee progressive.
Senza cadere nel ridicolo, al costruttore è riuscito a creare quest´ottimo prodotto senza l’aggiunta di ruote ed azionamenti.
È riuscito a spostare dal centro la ruota dei minuti, lasciando ingigantire il bilanciere.

Se noi osserviamo il cronometro dalla parte interna (meccanica) il bilanciere domina la scena.

Zenith crono

Lo spazio a disposizione è utilizzato sino all´ultimo decimillimetro: il diametro totale di 14 mm relativo al bilanciere (12,74 mm puliti, senza le viti sul lato) per un totale di 30 mm!

Tra il bilanciere e il centro e tra il bilanciere e il lato esterno della cassa si misurano solamente 0,5 mm.

Il bilanciere compensato in materiale di prima qualità, trova applicazione con l´utilizzo di una molla a spirale di acciaio con spirale Breguet.

Questo può sbalordire in un’epoca era in cui i bilancieri anulari e non magnetici di Beryllium vengono impiegati insieme a spirali antimagnetiche che si regolano da sole.

Tramite questa combinazione del bilanciere bimetallico tagliato, con una spirale di acciaio con curva Breguet, il costruttore spera di raggiungere un’ulteriore regolarizzazione termica, anche se a questa si contrappone in maniera negativa una maggiore sensibilità alla magnetizzazione.

Un congegno di regolazione della racchetta con molla e disco elicoidale, utilizzato nel modello della Zenith, completa le grandi qualità del meccanismo di regolazione e permette di correggere la marcia in maniera impercettibile, ma sicura.

In confronto al diametro del bilanciere, il perno è straordinariamente sottile: ciò favorisce la diminuzione dell’attrito e quindi raggiungere una marcia con minori frizioni.

Per proteggere questi perni cosi ´sottili da urti dannosi, è stato utilizzato un meccanismo antiurto, del tipo Incablock: anche questa costruzione sbalordisce.

A questo meccanismo antiurto con pietra e contropietra si associa una certa instabilità.
Ma d´altro canto alcuni esempi di cronometri da polso d´alta qualità come Omega 30 T2 e 33.3 oppure, il nostro esempio di prima, il calibro zen 81, i cui valori di precisione di marcia sono stati riconosciuti ufficialmente, possiedono uno di questi meccanismi antiurto.

Dare un giudizio su questo argomento significa bruciarsi le dita!

Qui si tratta di un pregiudizio di fronte ad una novità: con i suoi vantaggi ha conquistato l’orologio da polso ed il pubblico.

Non è da contestare, che un orologio di precisione dotato di un meccanismo antiurto posto su rubini, possa subire minimali oscillazioni, a causa delle scosse continue che si diramano su tutto il meccanismo e sul sistema di regolazione.

Chi verrà in possesso di un tale orologio potrà accettare l’inconveniente delle piccole oscillazioni, preferendolo alla rottura di un perno.
E per questa ragione anche negli orologi d´alta qualità viene utilizzato tale meccanismo antiurto.
Il meccanismo antiurto non impedisce agli orologi di uso comune o di precisione di raggiungere gli stessi valori ufficiali di marcia degli orologi sprovvisti di tale meccanismo.

Le prove di cronometria non hanno ancora incluso nel loro repertorio gli esami per la valutazione della precisione, durante le sollecitazioni meccaniche e gli urti che avvengono di continuo e non periodicamente.

A tali sollecitazioni, gli orologi da polso e, in misura minore, gli orologi da taschino vengono sottoposti quotidianamente.
Solo quando il collaudo includerà questo tipo di esame, sarà possibile definire se il meccanismo antiurto elastico crea delle differenze nei movimenti degni di nota.

Comunque il meccanismo antiurto elastico utilizzato nei cronometri da polso della Zenith dimostra la sua grande utilità.
L’ancora e la ruota di scappamento sono ulteriori fattori che incrementato l´esatta regolazione.
Entrambi sono confezionati con il miglior acciaio possibile.
L’ancora è di dimensioni molto piccole: argomento che lo rende, insieme alla biforcazione della forcella e il sottile manico della forcella, un sicuro e continuo fattore di precisione.

La ruota di scappamento ha lasciato spazio al superdimensionale bilanciere sovradimensionato.
È stato collocato sulla stessa linea dell’ancora, molto in basso, con delle pietre di controperno da ambo i lati, di modo che è stato possibile creare una posizione stabile.

La trasmissione in normale successione avviene senza l´aggiunta di ulteriori ruote e meccanismi, solo con un altro ordine.

La ruota dei minuti, così ingombrante, è stata spostata dal centro verso la ruota corona.

Il centro viene ora occupato da un pignone molto sottile, posto tra rubini all´altezza del bilanciere ed il bariletto della molla di carica.

Nella parte anteriore di questo pignone al posto della ruota dei minuti, è posta la ruota centrale: non vi è però nessun collegamento diretto con la ruota dei minuti.

Il pignone della ruota dei minuti si trova al solito posto sull´albero della ruota dei minuti ed è in contatto con la ruota centrale tramite la ruota di intermedia

Poiché è molto difficile definire la profondità dell´ingranamento della ruota intermedia contemporaneamente con due ruote e tenendo conto dei danni causati dall’usura, si è collocata la ruota intermedia, non come di solito in maniera permanente bloccata da un perno, bensì posata su un prolungamento del meccanismo, che a sua volta è inserito in un’insenatura della platina, viene spinta da una molla contro le due ruote.

I problemi causati dall´usura delle parti, soprattutto dell´assestamento della posizione della ruota intermedia sono stati eliminati.

L´assestamento longitudinale della ruota di cambio non è posizionata nel senso longitudinale della molla di frizione, bensì in angolo retto alla linea ruota centrale – ruota dei minuti. I grandi diametri e i numerosi denti delle ruote, (centrale, intermedia e dei minuti) in collegamento con altre due ruote altrettanto grandi, cioè quelle delle lancette, danno come risultato un ingranamento sorprendentemente leggero.

L´elevata moltiplicazione si fa sentire anche sulla corona, e ciò significa che la corona deve essere girata più spesso che in un normale orologio da polso per poter permettere alle lancette di muoversi per una stessa distanza; perciò e ´richiesta una più precisa sensibilità nel regolare le lancette.

Da non dimenticare la dentatura inclinata ed elicoidale della ruota di carica che permette una carica morbida e leggera.

Questo tipo di dentatura non è stato preso in considerazione negli orologi moderni, poiché si riteneva che con una normale dentatura si potesse ottenere lo stesso risultato.

E ci si sbagliava.

Un altro particolare della carica è rappresentato dal fissaggio del tiretto che si presenta sotto forma di bullone senza filettatura: particolare già presente in vari orologi della Zenith.

Peccato che tali piccoli accorgimenti di grande valore non si siano imposti, avrebbero fatto risparmiare agli orologiai un sacco di arrabbiature: filettature spezzate, rottura di entrambi i pezzi e cioè del tiretto e della vite, platine rovinate nei pressi della testa della vite (del tiretto), anche il montaggio dell´albero di carica si sarebbe rivelato un gioco da ragazzi.

Il meccanismo delle lancette dei cronometri della Zenith possiede una ruota in più, cioè la ruota centrale.

Per eguagliare un inevitabile aumento dell´attrito, è stato aggiunto un ingegnoso dispositivo che unisce il rinvio alla minuteria solo per la rimessa dell’ora.

Oltre ad avere raggiungo una diminuzione dell´attrito, si evitano errori (incidenti) come ad esempio: oliare in maniera sbagliata la ruota delle lancette, la quale poi non gira più bene.

La ruota delle lancette (creata in un unico pezzo di fresa) possiede al centro un “recesso” ( indicata nella figura 4 con il nr. 6= Renvoi 2) che tramite una molla piatta (figura 5 nr. 8) preme la ruota verso l´alto.

Se l´albero di carica è posizionato normalmente, il tubo dei minuti si muove fra entrambe le dentature delle ruote delle lancette senza contatto.

Ma se l´albero di carica viene tirato, succede che una leva che si trova a contatto con la leva d´angolo schiaccia la molla (Nr. 8 ) con la ruota dei minuti (Nr. 2 ) verso il basso e di conseguenza tocca la catena superiore della dentatura con il tubo dei minuti.

Mentre la corona inferiore della dentatura si trova sempre a contatto con la ruota delle lancette.

Si innesca nuovamente l´albero di carica, scivola la leva d´angolo nella posizione normale, la molla piatta viene liberata e può quindi premere la ruota delle lancette verso l´alto.

Da un punto di vista della costruzione tecnica, vi sono ancora dei dettagli da tener presenti.

Le viti, i grossi perni dei ponti, la lucida copertura dei perni dei ponti della ruota di scappamento, le bisellature lucide dei ponti, delle teste delle viti e dei fori dei rubini.

L´alta qualità della costruzione ha obbligato i costruttori a utilizzare materiali di prima qualità: le platine e i ponti hanno un forte taglio obliquo e permettono così l’utilizzo di una cassa piatta ed elegante.

Il diametro di 33 mm è relativamente grande per un orologio da polso e grazie alla cassa relativamente sottile si ridimensiona il tutto.

Linee proporzionate, e sistemazione dei ponti, completa visione di tutte le parti meccaniche visibili, contrasto cromatico: dal giallo oro dei ponti al rosso intenso delle pietre e il biancheggiante acciaio.

Nel 1949 era appena iniziata nella fabbrica Zenith la produzione in serie del cronometro da polso Zenith calibro 135.

Uno di questi esemplari e un altro cronometro, preparato appositamente, furono messi a confronto per l´annuale valutazione, valutazione voluta dall´industria orologiaia, tenutasi all´osservatorio di Neuchatel.

Il record di entrambi superò i 6,90 punti nella valutazione di serie e 5,3 punti nella valutazione singola.

I cronometri Zenith migliorarono negli anni le valutazioni e nel 1952 i record furono di 5,1 punti nella valutazione singola e 6,39 nella valutazione di serie.

Di seguito, si riportano dei risultati del concorso tenutosi all´osservatorio astronomico di Neunburger nel 1953:

Valutazione di serie: classe cronometri da polso:
1. Zenith, Le Locle 6,39 record
2. Omega, Louis Brandt & Frere S.A.,Bienne 6,60
3. Ulysse Nardin S.A., le Locle 9,81
4 . Technicum n. div. De La Chaux-de-Fonds 9,89

Valutazione singola: classe cronometri da polso
1. Zenith, Le Locle 5,1 record

Ogni cronometro Zenith 30 mm viene venduto con un certificato di cronometro con la menzione di “risultati particolarmente buoni”, rilasciato da un Ufficio di controllo o da un Osservatorio astronomico.
La tolleranza dei risultati richiesti da questo Ufficio di controllo sono abbastanza generosi e per questo motivo la Zenith si impegna a regolarne la precisione, ottenendo risultati molto al di sotto dei valori di tolleranza.

Qui di seguito una tabella con i confronti dei risultati.

(Die Uhr 10/1954)